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Castello Cabiaglio è un grazioso paese situato nell’estremo degradare delle falde settentrionali del Campo dei Fiori e appoggiato su un dosso a oltre cinquecento metri di altezza.
Proprio la bellezza della posizione, i fitti boschi che circondano l’abitato, l’assenza di afa durante l’estate, rendono Castello Cabiaglio una meta ricercata soprattutto nel periodo estivo sia da villeggianti a media e lunga residenza che da Milanesi e da Varesini alla ricerca di un luogo fresco e piacevole dove trascorrere la domenica. Il turismo è quindi la principale voce dell’economia del paese, anche se notevole è lo sfruttamento boschivo da parte delle segherie della zona.
II nome Castello Cabiaglio sembra derivare dall’antico maniero attorno al quale è sorto il centro abitato, anche se di esso è scomparsa ogni traccia.
Castello Cabiaglio è appartenuto al feudo di Varese fino al 1450, per poi entrare a far parte del feudo della Valcuvia sotto la guida della famiglia Cotta, al quale restò legato fino al 1728, quando passò sotto la giurisdizione dei Visconti Borromeo.
Fino al 1940 si chiamerà soltanto Cabiaglio. Le poche tracce pervenute fino ai nostri giorni lasciano pensare che il paese abbia una lunga storia, risalente almeno al tempo dei Romani, dal momento che appunto sono stati ritrovati i resti di tombe di questa epoca.
Anche le testimonianze di alcuni artisti locali, lasciano intendere che il paese ha avuto un passato notevole da un punto di vista artistico. Nella chiesa parrocchiale, per esempio, dedicata a Sant’Appiano, si trovano alcuni affreschi del Ronchelli, artista del Settecento nato proprio a Cabiaglio nel mese di febbraio del 1715 e deceduto sempre nel suo paese nel 1788. Conosciuto e apprezzato in tutto il Varesotto come affreschista di chiese e pittore di cavalletto, Giambattista Ronchelli fu un allievo di un altro artista locale, Pietro Antonio Magatti.
Nella stessa chiesa parrocchiale si trova un organo notevole, che risale al 1701, mentre l’altra chiesa nel paese, dedicata a San Carlo, è impreziosita da un bell’altare ligneo intagliato, con una tela del cremonese Miradori, del 1646, raffigurante la Madonna con Gesù Bambino e con alcuni Santi.
Sempre nel paese si trova una Via Crucis formata di edicole, che domina tutto il borgo antico, sino a giungere al Santuario della Beata Vergine.
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