Il castello
Azzate, così come molti altri borghi del Varesotto, conobbe un buon sviluppo sotto la signoria dei Visconti.
E proprio grazie ad un’alleanza con essi, la casata dei Bossi, che risiedeva nel paese almeno dalla metà del XIII secolo, divenne feudataria del contado nel XIV secolo.
I Bossi dimoravano in diverse parti di Azzate, ma il ramo principale risiedeva nel Castello, costruito attorno al 1300 e abitato da questa famiglia sino al 1657, anno in cui il feudo venne diviso e Azzate passò di mano agli Alfieri.
Oggi il castello è costituito di tre parti: l’edificio tardo medioevale, chiamato Corte del Barbè, ovvero la struttura originaria a cui venne aggiunta la villa settecentesca, detta anche Villa Zampolli; la terza parte è infine l’oratorio di San Lorenzo.
Gli altri edifici sono la corte, le filande, le abitazioni dei contadini, i fienili e le stalle, strutture che ben descrivono la destinazione duale del castello, quella abitativa e quella relativa all’attività agricola.
Il Castello venne poi acquistato nel 1810 da Lorenzo Obicini, mentre ora è di proprietà della famiglia Zampolli. Nel 1657 Azzate entrò nel feudo degli Alfieri e, due anni dopo, uno di essi, Giacomo Maria, venne investito del titolo di conte da parte di Filippo IV.
Però, nel 1712, a causa della mancanza di discendenti maschi primogeniti il feudo, che comprendeva anche Dobbiate, passò a Giulio Antonio Bianconi.
Questi però fece una brutta fine, ovvero fu condannato a morte nel 1747, e del feudo prese possesso Giovanni Paolo Mollo, dopo essere stato investito del titolo di marchese il 15 marzo del 1751, da parte dell’imperatrice Maria Teresa.