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Bedero Valcuvia si estende sopra un esteso poggio morenico del Monte Scerè (796 m), che guarda sulle valli del Varesotto settentrionale, la Valganna, la Valmarchirolo e le alpi svizzere.
Così come per le località limitrofe, anche l’origine del toponimo di Bedero risale ai termini bederum e bedre, che rimandano alla betulla. Ma non si può neanche rifiutare l’ipotesi che Bedero derivi dalla radice celto-germanica by, che fa riferimento a “villaggio” e a “pendio vallivo”.
Attraversare il centro storico è come fare un salto nel Medioevo: le strette strade (chiamate bòcc, i buchi) si snodano al disotto di archi costruiti nel XIII secolo, le case sono gomito a gomito, con gli ingressi piccoli e densamente abitate. Se si attraversa la piazza si possono ancora sentire le donne che insegnano catechismo ai bambini e se si giunge a località Castello si potrebbe pensare alla presenza di una antica postazione di avvistamento, di cui però non sono rimaste testimonianze.
È consacrata a Sant’Ilario vescovo la chiesa parrocchiale, edificata in periodo tardo-romanico, con la navata che venne allungata attorno alla metà del XVIII secolo, e con la sostituzione dell’abside quadra (o semicircolare) con una pentagonale e due cappelle laterali. Negli anni 1822-1823 venne definitivamente invertito l’orientamento della chiesa, con l’innalzamento delle tre navate e la facciata in stile lombardo ottocentesco. Molto caratteristico è il campanile, di struttura romanica, restaurato e rialzato nel 1881 grazie al posizionamento di una cella campanaria in ferro. Le balaustre sono opera dello scultore locale Saverio Martinoli (al quale è stata posta una lapide presso la casa natale); le opere artistiche conservate nella chiesa sono del milanese Maroni, che ha dipinto gli affreschi raffiguranti Sant’Ilario nell’atto di resuscitare un fanciullo, la gloria di Sant’Ilario, Sant’Antonio Abate che benedice gli animali e l'incoronazione della Vergine. Monzio Compagnoni, pittore del dopoguerra, è autore del Buon Pastore, del Figliol Prodigo, della Crocifissione e del Cristo giudice con gli angeli.
Altro edificio religioso è la cappelletta lignea dedicata alla Madonna degli Alpini.
Le risorse economiche del Bedero derivano, per tradizione, dall’industria tessile e dal frontalierato verso la Svizzera, quest’ultimo però in diminuzione.
Durante i mesi estivi si consolida l’attività legata al turismo, grazie alle bellezze naturali e artistiche offerte da Bedero Valcuvia e dal territorio circostante.
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