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Cadegliano Viconago è situato in una posizione panoramica alle verdi pendici del Monte Mezzano, all’interno della Valmarchirolo, ed è composto da sette agglomerati urbani: Arbizzo, Argenterà, Avigno, Gaggio, Doneda, Cadegliano e Viconago, questi ultimi due i più ricchi di storia e meglio documentata.
Di Cadegliano infatti è la prima notizia storica: nel 984 un tale Ugo de loco Cadilani appare su un documento come testimone di una compravendita effettuata a Lugano. Il nome Cadilani mutò prima in Cadeliani e poi Cadegliano. Se si scompone il termine si può comprendere che il toponimo fa riferimento alla geografia del luogo: Ca (casa), di, lan (pianura o landa), intendendo così la posizione pianeggiante del paese in mezzo alla valle, sulle due rive del torrente Cevo.
Il toponimo Viconago invece è una probabile derivazione dal latino viganum (terreno o bosco comune), a cui venne aggiunto il suffisso –ago, di provenienza germanica.
Notizie Cadegliano Viconago più consistenti si hanno dal 1438 quando Franchino Rusca, conte di Lugano e signore di Locarno, ottenne, da parte di Filippo Maria Visconti duca di Milano, il feudo della pieve di Valtravaglia, di cui faceva parte anche la Valmarchirolo. Gli abitanti di Viconago erano fedeli ai Rusca ma si posero anche sotto la protezione del marchese di Crotone, il quale non li ripagò della fiducia e si alleò invece con Giovanni Della Noce, governatore di Como, tantoché il tradimento si consumò con il saccheggio del paese nel 1449. Ma i Viconaghesi gliela fecero pagare cara e il marchese venne ucciso da un sicario mandato dai popolani.
Non è certa la data di un evento che riguardò Cadegliano (indicata da Luigi Brambilla nel suo Varese e il suo Circondario, vol. II, Varese 1874), ovvero se accadde nel 1340 o nel 1540 che un incendio rase al suolo gran parte della città con le sue vestigia architettoniche e storiche, di cui rimase solo la parete di una casa ove è raffigurata la Madonna del fuoco.
Con l’avvento della Controriforma si sentiva l’esigenza di rinforzare le fondamenta spirituali degli abitanti e venne così innalzata una nuova chiesa, tra il 1590 e il 1600, consacrata a San Giovanni Battista e oggi sede della parrocchia.
L’edificio più antico di Viconago però è la chiesa di Sant’Antonio Abate, costruita nel X secolo. Venne denominato in questo modo dopo l’ampliamento del XVI secolo (ve ne fu anche uno precedente, nel XII secolo), mentre il nome originario era di Santa Maria di Viconago.
Edifici più moderni sono quelli in stile liberty costruiti tra la metà dell'Ottocento e gli inizi del secolo scorso, ovvero le diverse ville padronali sparse per il territorio e le cappelle del cimitero, testimoni di un momento particolarmente rilevante dal punto di vista sociale per il paese. Queste abitazioni vennero costruite ad opera di emigrati ritornati al paese e desiderosi di dare lustro al borgo natìo. È dello stesso periodo la stazione della tramvia Varese-Ponte Tresa, progettata dall’architetto Giuseppe Sommaruga, ora ristrutturata e sede di un centro socio-culturale del comune.
Cadegliano Viconago è un centro di interesse turistico e le autorità locali sono state capaci di costruire infrastrutture e strutture in grado di ben ospitare i turisti, con l’intento di favorire naturalmente un buon ritorno economico per la cittadina.
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