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Mutuato da una voce celtica (Lon–lona: conca, pozza d’acqua, pantano), il nome di Lonate indica, come altri toponimi locali, lo stato in cui i Galli, che si vennero a sostituire ai Liguri, trovarono il luogo ove sorgeva il nucleo originario dell’abitato.
Al tempo in cui Lonate fu scelta come insediamento, il luogo doveva coincidere con quello che attualmente è un avvallamento del centro storico.
Lonate, appartenuta al Contado del Seprio fino al 1176, entra poi a far parte dei territori di Milano; i collegamenti fluviali col capoluogo lombardo, a quel tempo sede del Ducato, divengono più agevoli e frequenti grazie alla costruzione nel 1177 del Ticinello, in seguito chiamato Naviglio Grande, e prolungato a partire dal 1269 con due rami fino ad Abbiategrasso e a Pavia.
L’apertura delle nuove vie d’acqua sfavorisce il borgo i Lonate Pozalto, come allora veniva chiamato, poichè molti commerci ed affari si trasferiscono nelle nuove località servite dal Naviglio.
All’inizio del Trecento l’amministrazione ecclesiastica faceva capo alla pieve di Gallarate, che a Lonate possedeva quattro chiese e specificatamente San Nazaro, San Giovanni in campagna, Sant’Ambrogio presso il castello e Santa Maria in contrada Borgo.
Numerose erano anche le Confraternite di laici, come quelle di Santa Maria, di San Giovanni Battista e di Sant’Ambrogio, a cui si affiancavano inoltre ospizi per viandanti e pellegrini.
La comunità era quindi in grado di prestare assistenza ai bisognosi e questo induce a pensare che vi regnasse comunque una certa prosperità, fatto che viene confermato dalla presenza a Lonate di sedi di dazio nel 1346.
Nel 1409 il feudo passa a Facino Cane, poi nel 1417 ad Antonello da Siena, mentre nel 1421 anche i Visconti di Somma Lombardo estendono la loro giurisdizione a Lonate e la mantengono ancora dopo il 1447, quando si afferma la Repubblica Ambrosiana.
Con il passaggio della Signoria agli Sforza nel 1450, Lonate ottiene nuovamente il diritto di esercizio dei trasporti nel porto sul Ticino, privilegio che però è condiviso con Oleggio, nel Novarese.
Gli abitanti di Lonate dovevano essere, intorno al 1450, circa 1500, governati da un consiglio di reggenti e due consoli, che diverranno tre nel 1464.
Le condizioni economiche generali risultano piuttosto buone se si considera che in questo periodo funzionavano parecchie attività locali, come mulini, spezierie, botteghe e osterie.
Con l’arrivo e la permanenza delle truppe svizzere nel 1511–12 fino al 1530, iniziano tempi bui per la popolazione di Lonate, che vedrà molti dei suoi mulini distrutti e una grave carestia.
Molti abitanti si vedono costretti ad emigrare; tuttavia, per alcuni di loro, fuori del borgo natìo vi sarà maggior fortuna.
Una spinta alla ripresa della vita normale verrà con il privilegio di tenere mercato il giovedì e la fiera triduana di San Nazaro ogni anno, concesso dall’imperatore Carlo V nel 1541.
Fioriscono nuovamente i commerci e, intorno al 1560, anche la chiesa di Sant’Ambrogio viene ampliata.
Le strade principali vengono selciate nel 1594–96, si ricostruisce nel 1625 la chiesa di Santa Maria degli Angeli e nel 1635 la torre campanaria di Sant’Ambrogio.
Con il passaggio del ducato di Milano sotto il dominio austriaco, si impostano anche nuovi metodi amministrativi, improntati a maggior rigore, il cui frutto principale sarà il Catasto cosiddetto di Maria Teresa, dal nome dell’imperatrice d’Austria.
Dalle mappe del tempo emerge un tipo di economia agricola, sostanzialmente divisa in terreni arativi o coltivati a vite e gelso, e in brughiera, mentre i prati per il pascolo occupano una parte minore.
Fu intorno al 1850, con la diffusione delle malattie della vite e del baco da seta, che la vita dei Lonatesi subì una svolta decisiva.
Per la mancanza di lavoro, iniziò un trasferimento periodico verso le campagne del Novarese, dove fiorivano le risaie, alla quale si affiancò ben presto l’emigrazione verso paesi stranieri come la Prussia, la Francia, l’America.
Contemporaneamente, la società si trasforma in senso industriale con l’apertura di alcune aziende, soprattutto tessili.
Nel 1901, viene insediata anche una centrale elettrica a Tornavento ma, nonostante molti progetti fossero stati avanzati, non si riesce a costruire la ferrovia.
La principale via di comunicazione diverrà perciò la statale Oleggio–Saronno.
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