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Marchirolo è un bel borgo antico situato nella parte nord-orientale della provincia di Varese, a poca distanza dal confine con la Svizzera.
Il comune era autonomo fino al 1928, quando venne unito a Cugliate e Fiabasco, per poi riprendere l’autonomia amministrativa nel 1955.
Sull’origine del toponimo si hanno due ipotesi: la prima lo fa derivare dal nome proprio germanico Mark, che sta ad indicare un bosco. La seconda ipotesi fa riferimento ad un mercato, così come per il paese Mercallo dei Sassi, anch’esso in provincia di Varese.
Delle origini del paese si ha testimonianza grazie a dei ritrovamenti archeologici, tra cui dei resti di sepolture rinvenuti nelle località Mött da Gagg e Roncaglia. Reperti di scavi più recenti sono costituiti da monete in rame e bronzo con l’effigie degli imperatori romani Graziano e Valentiniano, che regnarono rispettivamente dal 365 al 383 d.C. e dal 375 al 392 d.C., e forniscono prova più sicura della presenza dei Romani in questa zona, assieme a quelle che possono essere certamente ritenute le strade romane che andavano da Milano ad Angera e poi alle Alpi.
Con il 590 Marchirolo entrò nel dominio longobardo del Seprio e nel 725 si ebbe la donazione delle rendite dei terreni di Liutprando al Monastero di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia. Il Medioevo fu un periodo vissuto a fondo da parte di Marchirolo, grazie al quale probabilmente, la valle che lo ospita ne prese il nome.
Il più importante luogo di culto di Marchirolo è la chiesa di San Martino, edificata nel XII secolo e ampliata numerose volte dagli abitanti del borgo, come nel Settecento, in cui si ebbe la riedificazione dell’edificio; o quando venne aggiunta la scalinata e abbelliti gli interni con le decorazioni e gli altari. La chiesa custodisce una statua quattrocentesca della Madonna delle Grazie, posta su di un altare situato lungo la navata destra e costruito nel 1731.
Altro edificio religioso di Marchirolo e di grande spessore storico è la chiesa di San Pietro, innalzata nel 1670 come omaggio alla Madonna del Rosario sulle ceneri della vecchia Gesòra dedicata a San Marco. La chiesa è dedicata a San Pietro per via del rapporto profondo che gli abitanti avevano nei confronti dei Santi Pietro e Paolo e al monastero di San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia. Venne occupata dalle milizie austriache nel marzo del 1853 e poi fu nuovamente consacrata nel 1856. Più antica è la chiesa di San Paolo, sita lontano dal centro, in zona panoramica ai piedi del Monte la Nave. Venne innalzata nel 1352, anno in cui Guglielmo si impegnò per difendere i diritti del territorio, minacciati dai canonici della pieve di Agno.
Marchirolo entrò nel feudo dei Rusca nel 1416 e successivamente conobbe le invasioni dei soldati elvetici, che portarono anche ad un intervallo in cui il feudo venne acquistato proprio dagli svizzeri. La proprietà ritornò poi a Franchino V Rusca nel 1526, per poi passare di mano al conte Giovanni Emanuele Marliani nel 1583. I Marliani furono l’ultima casata proprietaria del feudo fino all’abolizione del sistema feudale, sancita con l’arrivo dei Francesi nel 1796. Nel corso del 1800 le terre di Marchirolo furono calpestate dai Francesi, dagli Austriaci, dai Russi e dai Croati, occupati in manovre belliche, mentre i Marchirolesi invece, emigrarono poi per lavorare come edificatori di città lontane.
Marchirolo conobbe quindi un certo spopolamento e una mutazione dei fondamenti della sua economia. Infatti se un tempo le risorse provenivano dall’attività agricola oggi la popolazione è impegnata nel settore turistico, specie quello estivo, che ha attratto anche immigrati del sud Italia, giunti qui per lavorare. È da menzionare anche il frontalierato dei marchirolesi verso la Confederazione Elvetica.
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