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Montegrino Valtravaglia è situato in posizione elevata e rispetto la vallata, luogo frequentatissimo per salutari gite nella vegetazione e nella tranquillità dei suoi dintorni.
Il nome dell’abitato di Montegrino e quello delle sue frazioni fanno chiaramente riferimento alla vegetazione: in antichi documenti Montegrino viene “Monte Agarino”, cioè monte degli aceri; la frazione di Castendallo prende il nome dai castagni, che abbondano su questa collina; è infine chiaro da dove provenga il nome della frazione di Montegrino Valtravaglia.
Anche il nome popolare del Monte Sette Termini richiama i boschi della zona: viene infatti chiamato comunemente “Bedroni”, che significa “grandi betulle”.
Montegrino Valtravaglia conobbe i primi insediamenti probabilmente già nell’età del bronzo; ne abbiamo una testimonianza nel masso-altare della Pineta alta di Montegrino, un grande banco di roccia con incisioni rupestri di difficile interpretazione, che hanno destato la curiosità degli esperti: sono stati fatti persino degli interessanti raffronti con analoghe iscrizioni celtiche e scandinave.
Montegrino Valtravaglia si affaccia sulla valle attraversata dal corso inferiore della Margorabbia, e la sua storia, fino al XVI secolo, è quella della Valtravaglia: a partire da quella data, cessata l’influenza della Signoria di Milano, diversi feudatari si spartirono la vallata della Margorabbia: la sponda sinistra, detta Valtravaglia inferiore, conobbe le stesse vicende storiche della Valtravaglia propriamente detta (la zona cioè compresa tra i monti Pian Nave, San Martino, Colonna, Nudo), mentre la sponda destra, comprendente Montegrino e Grantola, fu denominata Squadra di Mezzo e appartenne prima ai Rusca, poi ai Crivelli.
Nel XVI secolo l’arcivescovo di Milano Gaspare Visconti decide di dividere le parrocchie di Montegrino e Bosco, a causa delle pressioni degli abitanti del luogo.
Si ha notizia di una visita pastorale del cardinale Federico Borromeo nel 1596.
Nel 1698 il cardinale Federico Caccia, con una missiva, invita ad una più accorta amministrazione della parrocchia di Montegrino.
Il 16 agosto 1848, Giuseppe Garibaldi, reduce dalla vittoria sugli Austriaci a Luino, pernotta a Montegrino.
Montegrino è anche ricco d’arte: di particolare bellezza e suggestione è la chiesetta di San Martino, che si raggiunge a piedi con un sentiero tra i boschi.
Dal sagrato si gode una bella vista sulla valle della Margorabbia.
La primitiva chiesa romanica era più lunga, successivamente ha subito rimaneggiamenti, in particolare è stata accorciata per problemi di stabilità, essendo stata costruita a picco sulla valle.
All’interno vi è un bell’affresco di Guglielmo da Montegrino, pittore goticheggiante della seconda metà del XV secolo, che ha affrescato anche la chiesa di San Biagio a Voldomino (Luino).
Recenti restauri hanno anche messo in luce un affresco del quattrocento raffigurante San Bernardino da Siena.
La chiesa di Sant’Ambrogio era l’antica parrocchiale; è stata costruita in modo tale da potere essere raggiunta facilmente da ogni frazione.
Nella frazione di Castendallo vi è l’antica chiesa di San Gallo (sec. XIII).
La chiesa di Santa Maria Annunciata a Bosco Valtravaglia, del 1700; è molto grande, l’interno è barocco, l’altare è un bell’esempio di neoclassico. Nella sacrestia vi sono alcuni bei dipinti del settecento lombardo. Da notare la originale Via Crucis affrescata sui muri esterni della chiesa, della quale rimangono oggi solo poche stazioni che gli agenti atmosferici stanno lentamente cancellando.
Il luogo è certamente ideale per il riposo: i borghi sono tranquilli, silenziosi, immersi nel verde e nella quiete.
Piacevoli sono le passeggiate nella Pineta bassa e in quella alta, che si specchia in un laghetto ricco di fauna e flora.
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