Latitudine: 45.87125 Longitudine: 8.906024 |
Fonte: italiaculturale.it
La 34a assemblea generale del Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO riunita a Brasilia il 30 luglio 2010 ha decretato il massimo riconoscimento per il sito fossilifero transnazionale italo-svizzero del Monte San Giorgio.
Dal 2 agosto 2010, anche la parte italiana del Monte San Giorgio è ufficialmente nella Lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO, completando il riconoscimento già attribuito al lato svizzero del monte nel 2003.
Il Monte San Giorgio è il 45° sito italiano iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, il 3° sito naturale dopo le Isole Eolie e le Dolomiti.
Il complesso del Monte San Giorgio raggruppa diverse cime (il Monte San Giorgio 1.096 m s.l.m., il Monte Pravello o Poncione di Arzo 1.014 m s.l.m e il Monte Orsa 998 m s.l.m.) e si staglia come una estesa piramide rocciosa sulla riva meridionale del Lago di Lugano fra il ramo di Porto Ceresio (Italia), (Provincia di Varese), e Capolago (Svizzera). L’estensione italiana del sito UNESCO (zona di protezione e zona cuscinetto) comprende i comuni Besano, Clivio, Porto Ceresio, Saltrio e Viggiù per una superficie di 2.064,48 ha.
L’intera area transazionale del sito UNESCO Monte San Giorgio, che include anche i Comuni svizzeri di Meride, Riva San Vitale, Brusino Arsizio, Besazio, Mendrisio, Ligornetto e Stabio, raggiunge così 44,14 km2.
Lo straordinario valore del Monte San Giorgio a livello mondiale è dato dalla presenza nella regione di strati fossiliferi risalenti al periodo Triassico medio (230-242 milioni di anni fa). La sedimentazione tranquilla e la bassa concentrazione di ossigeno sui fondali marini hanno permesso un’ottima conservazione dei fossili, depositati su almeno sei livelli sovrapposti. Mediante lo studio di questi ultimi è possibile ricostruire la storia evolutiva di diversi gruppi di animali marini. Finora sono stati rinvenuti 21.000 esemplari, fra cui 30 specie di rettili, 80 specie di pesci, circa 100 specie di invertebrati, numerosi microfossili e numerose piante, esposti nei musei di Besano (Italia) e di Meride (Svizzera). Altre esposizioni di riferimento per il patrimonio paleontologico del Monte San Giorgio sono nei musei di Milano, Zurigo e Lugano. L’accoglienza ai visitatori dell’area UNESCO sarà garantita attraverso le strutture dei visitor-center di Clivio (Italia) e di Meride (Svizzera).
I testi sono stati modificati e adattati per le esigenze del sito mantenendo invariate le qualità delle informazioni.
Viggiù è posta ai piedi del Monte Orsa, vicino al confine svizzero del Canton ticino.
Le indagini storiche sulla fondazione di Viggiú hanno condotto a due diverse conclusioni, di cui una sostiene che il paese abbia avuto origine da popolazioni orobiche in età protostorica, mentre la seconda individua nientemeno che in Giulio Cesare colui al quale si deve la nascita di quello che era chiamato Vicus julii, dal nome appunto del fondatore, che volle scegliere questa località come centro del distretto circostante.
Il toponimo si sarebbe trasformato nel corso dei secoli in Vicluvium, poi in Vigloeno, Vigue, fino ad assumere la forma attuale.
I reperti archeologici, testimoniano effettivamente una sicura presenza romana nella zona.
Abbellite per la maggior parte dagli artisti locali, le chiese di Viggiú permettono anche di compiere un percorso nella storia del paese, a causa dei diversi periodi della loro costruzione.
Pur non essendo la piú antica, la chiesa di San Martino sorge però sul primo luogo di culto pagano conosciuto in questo territorio.
La dedicazione a San Martino è segno comunque di origini remote.
Quella che è considerata piú antica tra le chiese di Viggiú sorge sul colle Sant’Elia (m 650).
Dedicata al profeta, raffigurato, insieme al profeta Eliseo, nel ciclo di affreschi del XVIII secolo che sono conservati all’interno.
Le strutture originarie dell’edificio risalgono al periodo romanico e furono la sede di un monastero cluniacense nell’XI secolo, sebbene l’aspetto attuale sia il risultato di una ricostruzione avvenuta nel XVI secolo, quando questo luogo fu prescelto per implorare la benedizione divina contro il pericolo delle incursioni dei lupi.
La chiesa parrocchiale di Santo Stefano, anch’essa di impianto romanico, ma ricostruita nel 1574, rappresenta la memoria del momento storico in cui Viggiú assunse l’importanza di una capitale europea.
Fu da qui infatti che, come ricorda anche una lapide posta sulla facciata, nel 1413 l’imperatore germanico Sigismondo emanó l’editto di convocazione del Concilio di Costanza.
Tra gli edifìci di culto piú tardi vi è la chiesa della Madonna della Croce.
La facciata fu eseguita dall’artista viggiutese Giacomo Buzzi-Leoni, e presenta sopra l’altare un affresco quattrocentesco di ignoto raffigurante la Vergine con il Bambino Gesú.
Del XVIII secolo è invece la chiesa del Rosario.
Nella Confraternita dei Maestri Comacini, scultori e decoratori famosi in tutto il territorio lombardo ed elvetico, giá dal XII secolo comparivano artisti viggiutesi, formatisi evidentemente alla scuola delle cave.
Da semplici cavatori, detti picasass nel gergo locale, i Viggiutesi scoprirono presto la vocazione alla scultura, e tra di loro nacque una sorta di competizione volta a dimostrare le proprie capacità artistiche.
Ebbero cosí origine le due pacifiche fazioni dei Crusitt e dei Madunitt, impegnati gli uni e gli altri a superarsi in maestria nella decorazione della chiesa della rispettiva località di residenza.
Tra di loro si annoverano schiere di decoratori trasferitisi a Roma tra il 1500 e la metá del 1600 e, nel corso dei secoli seguenti, fino al nostro, nomi quali Butti, Longhi, Argenti, Giudici, Galli, Bottinelli e Piatti.
La produzione artistica del piú famoso di questi scultori è immortalata ora nei numerosi modelli di statue in gesso della Gipsoteca Butti che conserva anche bozzetti e gessi di molti altri artisti viggiutesi.
Come nella maggior parte dei paesi limitrofi, l’economia locale si basa in buona parte sul frontalierato, ma sono diverse le aziende artigianali, soprattutto nel campo tessile, che costituiscono una risorsa produttiva per la popolazione, mentre nel periodo estivo conoscono un notevole incremento le attività commerciali e turistiche.
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