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Azzio, di modeste dimensioni, è situato nel nord ovest della provincia, nella zona della Valcuvia.
La storia di Azzio è legata in massima parte alle vicende religiose della comunità.
Centro della vita dei fedeli fu dapprima la chiesa parrocchiale, edificata nel 1400, posta sulla collina su cui poggiano le case più antiche del paese e che ha subito diverse modifiche nel corso del tempo. Ampliata nel 1749, dopo essere stata eretta parrocchia da monsignor Carsana nel 1877, la chiesa venne ridotta a trè navate nel 1899.
Nei primi decenni del XVII secolo divenne però più intensa la predicazione francescana nella Valcuvia, da parte di frati provenienti dal Varesotto. Con l’intensificarsi delle missioni tra il popolo, i frati minori ebbero in dono dal vescovo di Como, con il consenso del canonico di San Lorenzo di Cuvio, la chiesa di Sant’Eusebio nel territorio di Azzio per farne un centro di apostolato.
La chiesa di Sant’Antonio e Sant’Eusebio - come ebbe a chiamarsi in seguito - fu edificata nel 1608. L’edificio che costituiva il convento - oggi il poco che ne rimane ha cambiato destinazione e ospita abitazioni private - venne edificato a destra della chiesa su una pianta a croce greca.
In seguito alle vigorose proteste della comunità di Azzio e all’azione dei francescani che non demordevano, il convento venne ripristinato durante il breve intervallo del governo austriaco nel 1799, ma, nel 1810, dopo il ritorno di Napoleone, fu nuovamente soppresso. Due anni dopo i padri Giuseppe e Pasquale Mascioni acquistano una parte del convento nella speranza di poter ritornare alla vita di comunità, ma decidono di donare il tutto alla parrocchia di Azzio.
Azzio divenne parte del comune di Orino nel 1927, in seguito alla risistemazione amministrativa del territorio, operata in seguito all’elevazione a capoluogo di provincia della città di Varese, ma ritornò ad essere comune autonomo nel 1956. Attualmente le risorse economiche del suo territorio poggiano sul turismo estivo, favorito dalla ricchezza di boschi del circondario, e su piccole industrie meccaniche e di abbigliamento, oltre che sull’artigianato e l’agricoltura.
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