Brebbia sorge su una verde piana, circondata da una mezzaluna di colline moreniche, che si spinge fino alle sponde del Lago Maggiore.
Composta dai nuclei abitativi di Brebbia e Brebia Superiore
Di questo edificio si ha prima notizia in un documento del X secolo, ove è indicato che venne costruito con tutta probabilità attorno al IV secolo sulle ceneri del tempio offerto alla dea Minerva, e poi venne impiegato come oratorio, mentre l’area circostante venne adibita a luogo di inumazione. Nel XII secolo si ebbero apporti costruttivi più sensibili, grazie alle analogie che si sono potute fare con il Battistero di Varese e con altre chiese di quel periodo. Durante i lavori di costruzione di questo luogo sacro si verificò un evento miracoloso e divenuto leggenda, secondo il quale un carpentiere accidentalmente si provocò l’amputazione del pollice, risanato subitamente da San Giulio. Originariamente la chiesa ebbe nome di Santa Maria, e solo in seguito divenne San Pietro; accadde però che nel 1574 San Carlo Borromeo impartì l’ordine di abbatterla per destinarla esclusivamente a sepolcreto. Dell’antica struttura si ha oggi solo il campanile, con il suo basamento originario. Tra le opere conservate al suo interno vi sono degli affreschi raffiguranti la Crocifissione, la Madonna in trono con Bambino e San Pietro e le Storie della Passione, questi ultimi risalenti ai primi del Cinquecento. Sono andati invece parzialmente perduti degli affreschi di altri santi, a seguito della costruzione dell’altare dell’Immacolata nel 1716.
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