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Cazzago Brabbia è un piccolo comune situato sul versante meridionale del Lago di Varese ed è ricco di attrattive, tra cui la riserva naturale Palude Brabbia, tre antiche ghiacciaie e poi, naturalmente, il lago.
Come per tutte le località che si affacciano sul lago, da questo, anche Cazzago Brabbia ne ha tratto sostentamento, grazie all’intensa e proficua attività di pesca, condivisa con la prospiciente Calcinate del Pesce.
Di questa attività rimangono oggi le ghiacciaie (chiamate giazer, nell’idioma locale), ovvero edifici di modeste dimensioni, costruiti sopra delle vene naturali di acqua fresca, che permettevano di conservare il pesce fino al momento del suo utilizzo.
Anche per questo borgo, la presenza del lago fu il motivo che spinse a costruire, nell’era neolitica, i primi insediamenti umani.
Attorno al paese sono stati rinvenuti dei resti di villaggi palafitticoli preistorici, oggi conservati nei musei di Varese e di Como, comprendenti selci lavorate, frecce, ami e persino una piroga.
Si tratta quindi di reperti che rimandano a una attività di pesca fondamentale per il sostentamento dei primi abitatori.
Le vicende che seguirono nel corso dei secoli furono molto simili a quelle dei paesi limitrofi, in particolare Biandronno; infatti Cazzago Brabbia fu dominio dei Franchi nel IX secolo, passò sotto la giurisdizione del Monastero di San Sempliciano di Milano nel XII secolo, divenne feudo della famiglia Besozzo nel 1412, passò di mano a Bernardino Trivulzio nel 1499 e infine ai Visconti Borromeo nel 1513.
Oggidì l’economia del paese è sostenuta da alcune imprese artigianali e altre industriali di piccole dimensioni, occupate nella lavorazione meccanica, tessile, della plastica e della realizzazione di prefabbricati.
La presenza del lago infine, unita alle attrattive del borgo, tra cui le caratteristiche ghiacciaie e la Palude Brabbia, richiama anche un buon numero di visitatori, che supportano il settore turistico.
Dichiarata, con un decreto ministeriale del 1984, zona umida di interesse internazionale.
Questa torbiera copre una superficie di oltre 450 ettari ed è attraversata, lungo il margine occidentale, dal canale Brabbia, che congiunge il Lago di Comabbio con il Lago di Varese.
Oggi la torbiera è una riserva naturale, ma nel passato era una importante risorsa per le comunità locali.
La torba è un combustibile fossile composto da residui di piante palustri che crescono sul fondo dei laghi o degli stagni.
In queste zone ricche d’acqua, l’estrazione della torba era un lavoro molto comune, ma né facile né leggero.
Il lavoro estrattivo prevedeva la mondatura della superficie dall’erba, dalle canne e dalla terra, si procedeva poi ad effettuare un primo scavo di sondaggio e infine si estraeva la torba vera e propria con il luscée, ovvero una vanga quadrangolare dotata di un lunghissimo manico.
Il materiale estratto veniva modellato in mattonelle, poi ammucchiate e lasciate essiccare durante i mesi più caldi dell’anno, tra maggio e luglio.
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