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Trevisago, citato già da Goffredo da Bussero nel Liber Sanctorum Mediolani intorno al 1290 come locus Trivixago.
È costituito principalmente da tre abitati, Cocquio, Sant’Andrea e Caldana.
L’origine del nome di Cocquio sembra dovuta al significato del termine dialettale cochio o coccuio, che sta per “su di una collina” o per “piccolo dosso”.
Cesare Cantù ipotizza una derivazione da Cocquio della famiglia dei conti Coco, che trarrebbe il proprio titolo dal paese e avrebbe dimorato nel castello, di cui restavano ancora alcuni ruderi fino al 1393.
L’unica notizia certa sull’insediamento di famiglie riguarda però soltanto i Besozzi alla fine del Trecento e i Soresina a metà del Quattrocento, mentre le tracce documentarie che si riferiscono ai Coco (con le varianti Coquio, de Coqui ed altre) riguardano principalmente la storia della provincia di Como.
L’attuale chiesa parrocchiale di Sant’Andrea è un edificio risalente al 1606 e sembra che la sua costruzione abbia avuto origine da un dissidio tra le popolazioni delle due frazioni che compongono il paese.
Gli abitanti di Trevisago–Sant’Andrea, che non amavano unirsi alla comunità di Cocquio per la celebrazione delle festività, preferivano spostarsi fino alla chiesa di Besozzo, ma a causa dei numerosi furti che avvenivano durante la loro assenza, chiesero ed ottennero dal cardinale Federico Borromeo l’edificazione di una propria parrocchia.
Attualmente, la chiesa è abbellita da sculture moderne poste sulla facciata.
Il borgo di Caldana, posto in posizione elevata rispetto alla strada che porta a Laveno, si presenta come un tipico borgo di montagna con vicoli stretti e tipiche corti.
A Caldana, ogni anno nel mese di novembre, si svolge il tradizionale mercatino di Natale.
Una particolare vena artistica, legata alla tradizione locale, ma apprezzata in tutto il mondo, è quella legata alla figura del pittore Innocente Salvini (1889–1979), la cui casa, posta in comune di Cocquio Trevisago ma più prossima a Gemonio, è divenuta ora museo.
L’aspetto esterno è ancora quello del vecchio mulino con due ruote, di proprietà della famiglia, che divenne fonte d’ispirazione per l’artista.
Negli anni dello sviluppo industriale, l’economia ha privilegiato soprattutto la frazione di Trevisago–Sant’Andrea, più vicina alla statale Varese–Laveno, nei cui pressi sono sorti diversi stabilimenti che operano nel settore dello stampaggio di materie plastiche e meccaniche; sono presenti anche numerose aziende artigiane ed un importante centro commerciale.
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