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Le rocce che si ritrovano attualmente sulle montagne del territorio di Besano, porfidi quarziferi rossi, sono depositi di eruzioni vulcaniche che diedero luogo ad ulteriori fuoriuscite, anche da alcune bocche sottomarine.
Coperti da strati rocciosi più recenti, i residui vulcanici vennero poi definitivamente occultati, in decine di milioni di anni, fino ad essere rivestiti da una coltre di detriti rocciosi mescolata a sabbia ed argilla lasciata dal ritirarsi dell’ultima glaciazione.
E qui, nelle terre emerse e in un avvallamento del fondo dell’estesissimo oceano, che andava dall’Europa alla Cina, detto Tetide, che vissero i famosi rettili e i pesci di cui oggi si conservano i fossili nel Museo Archeologico di Besano, nel Museo di Storia Naturale di Milano e in alcuni musei svizzeri.
Una vicenda leggendaria lega il paese anche al popolo longobardo, la cui regina Teodolinda transitó per Besano e vi fece tappa mentre viaggiava dalla Baviera a Monza. Accolta con grandi onori, volle donare alla popolazione, in segno di gratitudine per l’ospitalitá, una statuetta di San Giovanni Battista, patrono dei Longobardi.
Ben presto si sparse la fama taumaturgica di quella effigie che richiamó a Besano folle di pellegrini e malati che speravano nell’intercessione del santo per ottenere grazie.
La consuetudine portó all’istituzione della cosiddetta “Fiera dei Malsani” e ancora oggi, in occasione della festivitá del santo, il 24 giugno, si celebra la ricorrenza con grande solennitá.
Besano fu abitata sin dall’epoca romana e fu forse proprio Besso, un condottiero romano di cui è stata rinvenuta la tomba sul colle San Martino, dove troviamo il Santuario della Madonna di San Martino al colle, a dare il nome al paese, ma un’ipotesi avanzata da alcuni storici ne fa risalire il toponimo alla fiera che si svolgeva due volte all’anno, da cui bis in anno.
Durante il Medioevo Besano divenne parte del feudo di Arcisate che fu dei Visconti e passó nel 1484 ai Visconti Borromeo che ne divennero confeudatari.
La parrocchia venne istituita nel 1581 e comprendeva anche gli abitati di Cuasso e Porto Ceresio.
La chiesa parrocchiale ospita gli affreschi di Giovanni Antonio Petrini, artista ticinese, nato a Carena di Lugano nel 1677 e morto circa nel 1760, che dipinse le raffigurazioni di San Martino mentre divide il mantello con il povero, la Decollazione di San Giovanni Battista e il profeta Giona.
L’economia del paese si è incentrata sull’agricoltura fino all’800, quando avvenne la scoperta dei giacimenti di scisti ittiolitici che diede inizio all’attivitá di estrazione del Saurol, sostanza simile all’ittiolo, che veniva usata a scopo medicinale.
Attualmente, le miniere sono peró state abbandonate e la zona riveste soltanto un valore archeologico.
All’agricoltura si è affiancato ai giorni nostri il turismo, grazie alla poca distanza da Porto Ceresio e dalla Svizzera, che favorisce anche il frontalierato da parte degli abitanti di Besano.
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