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Venegono Inferiore è una cittadina, a confine tra i comuni di Venegono Inferiore e Castiglione Olona, quasi interamente immersa nella natura con il Parco Pineta che lambisce il centro storico.
Non ci sono fonti sicure riguardo l’origine del toponimo, che alcuni fanno risalire, ma con un’operazione più di fantasia che scientifica, a Veneris agonalia, cioè “feste in onore di Venere”.
Anche l’interpretazione del nome come derivata dal latino vinum colere, in considerazione della diffusione della vite in queste zone, trova poca conferma.
L’unico reperto risalente all’antichità presente sul territorio consiste in un cippo votivo romano, che era fino al 1862 murato nella chiesetta campestre di San Michele, scolpito in onore di un certo Quinziano, aruspice ed edituo di un tempio dedicato alla dea Fortuna.
Non è tuttavia sicuro che il culto suddetto fosse praticato in questi luoghi e la lapide potrebbe provenire da altre zone.
Le prime notizie certe di Venegono, che non era distinto in due comuni autonomi fino all’XI secolo, appaiono nella Charta iudicati, il documento che attesta la fondazione del monastero di Cairate, alla quale partecipò come testimone un certo Eldeprando di Uenegonno.
Nel trambusto provocato dagli avvenimenti bellici, la popolazione di Venegono Superiore rimase sempre legata alle famiglie dominanti dalle quali otteneva le terre da coltivare, ma anche i permessi di gestire il commercio.
I Castiglioni seppero comunque ben ripagare la fedeltà riposta in loro quando, nel 1526, riuscirono ad evitare un assalto degli Spagnoli.
Nel 1581, tuttavia, il conte Camillo Castiglioni fu messo al bando e i suoi beni furono confiscati e consegnati alla Comunità di Venegono Superiore, fino a quando, con un nuovo decreto del 1594, non ritornarono in possesso del Castiglioni.
Il popolo rimaneva comunque legato ai signori feudali e ne difese i diritti allorché, nel 1667, volle confermare contro il Senato di Milano che la chiesa di Santa Maria era sotto il patronato dei Castiglioni, i quali avevano facoltà di riedificarla e ampliarla.
Per ultimo, nel 1708, i Venegonesi furono al fianco dei Castiglioni nel difendere il proprio raccolto dalle pretese di un commissario che ogni anno ne richiedeva la metà, a causa di debiti contratti dal conte Branda.
L’economia della zona si basa su alcune realtà industriali che operano nel settore della lavorazione delle resine e della celluloide, mentre sono sviluppati anche i settori meccanico, chimico, tessile, grafico ed edile, a fianco dei quali si vanno affermando numerose aziende artigiane e di servizi.
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