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Barasso deriva da un vocabolo della lingua celtica, bar, che secondo alcuni cultori di storia locale significherebbe “luogo alto”.
Barasso su tre ripiani del declivio del Campo dei Fiori e confina con Comerio, paese con il quale rimase legato amministrativamente dal 1927 al 1957, con Oltrona al Lago, con Morosolo, con Luvinate e con Cabiaglio.
Barasso si trova lungo la strada provinciale che porta da Varese a Gavirate.
Attualmente rinomato a livello internazionale grazie alla presenza in paese della fabbrica che produce pipe, Barasso ha un’antica origine romana, come molti altri centri abitati del Varesotto, e viene evangelizzato nei secoli III e IV grazie alla presenza di alcuni sacerdoti mandati dai vescovi di Milano e di Como.
Durante il periodo longobardo, Barasso viene citato in un documento del 725, con il quale il re Liutprando dona numerose terre del Varesotto ai monaci agostiniani, in segno di devozione verso sant’Agostino che, nel 357, aveva soggiornato in questi posti, precisamente a Casciago, per guarire da una malattia e prepararsi a ricevere il Battesimo.
Barasso è un esempio di come storia civile e storia religiosa si sovrappongano fino a quasi confondersi in molti paesi della Lombardia.
Le informazioni sul paese derivano da indagini promosse dalla comunità parrocchiale, soprattutto a proposito delle origini di san Nicone, oggetto di una lunga contesa con i paesi limitrofi Comerio e Besozzo in quanto i tre comuni hanno rivendicato per secoli la paternità di questo santo.
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