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Induno Olona è un importante paese posto tra la Valganna e la Valceresio.
Possiede una ricca e lunga storia spirituale e i numerosi luoghi di culto presenti nel comune testimoniano della profondità religiosa degli abitanti locali.
Si può datare la nascita di Induno Olona attorno al 450 a.C., periodo in cui i Galli si insediarono pacificamente nel territorio. Notizie più consistenti sul comune si hanno però solo a partire dai secoli successivi, quando Induno faceva parte della pieve di Arcisate, costituita dai paesi di Arcisate, Besano, Bisuschio, Brenno, Brusimpiano, Clivio, Cuasso, Induno con Frascarolo, Ligurno con Cazzone (oggi Cantello), Porto Ceresio, Saltrio, Viggiù, e in origine anche Ganna.
La pieve rientrava nel Contado del Seprio, che godette di autonomia fino al 26 giugno 1484, quando venne resa feudo, diventando di proprietà di Guido Antonio Arcimboldi. Il 31 dicembre 1727 passò di mano a Giulio Visconti Borromeo Arese e da questi alla figlia Paola, unitasi in matrimonio con Antonio Litta. Le sorelle Litta furono le ultime feudatarie prime dell’arrivo delle armate napoleoniche, le quali introdussero alla fine del XVIII secolo una serie di provvedimenti legislativi tra cui l’abolizione della suddivisione feudale del territorio.
Altro periodo in cui si segnò una tappa della storia del paese fu quello fascista, durante il quale, e precisamente nel 1927, Induno Olona perse la caratteristica di comune autonomo per rientrare in quello di Varese, che intanto era assurto a provincia. Ma con il referendum del 24 aprile 1949 Induno Olona si riappropriò del titolo di comune, grazie al voto di 2.020 favorevoli e 594 contrari. Sempre a seguito del referendum, mentre Olona votò a favore del mantenimento dell’unione con Induno (sebbene per soli sette voti di differenza), la frazione di Bregazzana, da sempre legata a Induno, decise invece di permanere definitivamente nel territorio di Varese.
Nel corso della storia di Induno Olona sono state innalzati numerosi edifici religiosi. All’inizio del XVIII secolo il paese contava sette chiese, la più recente delle quali era la parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista. Non si conosce per certo la data in cui si ebbe l’edificazione, ma si sa solo che nel 1564 venne stabilita come parrocchia, anno in cui, tra l’altro, si creò il primo registro in cui vennero annotati i battesimi e i matrimoni. Non si può attribuire alla chiesa nemmeno uno stile ben definito, tante sono state le modifiche a essa apportate nel corso degli anni.
Più facilmente databili sono le opere contenuto al suo interno, tra cui un Crocifisso della metà del XVI secolo o dell’inizio del XVII, l’altare consacrato alla Beata Vergine del Rosario, con una statua lignea della prima metà del XVII secolo. Attorno a quest’opera sono presenti quindici tondi che raffigurano i Misteri del Rosario, sono di grande pregio e il restauratore Carlo Alberto Lotti li ha attribuiti al Morazzone, o almeno alla sua scuola.
Con il 1880 si ebbero i lavori di ristrutturazione della chiesa che ne diedero l’aspetto definitivo: venne posto un nuovo campanile, progettato dall’architetto Arosio; mentre secondo quanto informano gli studiosi Alberto e Giampiero Bertoni il vecchio altare maggiore venne rimpiazzato e venduto alla chiesa parrocchiale di Cocquio.
Ancora, tra i sette edifici religiosi dell’epoca si annovera il santuario mariano dedicato a San Bernardino da Siena, innalzato dagli abitanti di Induno nemmeno un secolo dopo la morte del santo, avvenuta nel 1444. La costruzione fu una dimostrazione di devozione e affetto degli abitanti dopo che questi assistettero a sue due predicazioni tenute a Varese negli anni 1431 e 1439. L’edificio non è molto grande ma è meritevole di attenzione, tantoché fu oggetto di numerose visite pastorali che gli arcivescovi ambrosiani fecero a Induno nel corso dei secoli.
Si hanno poi quella di Santa Maria alla Quadronna; San Salvatore, abbattuta nel 1969 ma che fu importante per la storia del paese; quella consacrata a San Sebastiano, allora chiesa parrocchiale e Santa Caterina, che nel corso dell’Ottocento venne adibita a sala consiliare per le riunioni del Consiglio Comunale. Ma non solo, fu sede di una scuola femminile e anche, per circa due anni, di una caserma militare. Solo successivamente, nel nostro secolo, ritornò ad essere parte dell’amministrazione della chiesa parrocchiale.
Eppure sette chiese non erano sufficienti alle necessità spirituali della popolazione, tra l’altro in continua crescita tantoché, dal 1724 al 1738, vennero innalzati altri quattro luoghi di culto. Il primo venne realizzato nel 1724 per volere della famiglia Medici di Merignano, vicino al loro castello di Frascarolo. Nel 1730 fu il nobile Francesco Mozzoni a far innalzare un oratorio nella località Casa del Bosco, sita piuttosto lontana dal perimetro comunale, e lo dedicò alla Beata Vergine Immacolata.
Il terzo edificio religioso venne consacrato a San Giuseppe.
Per finire, dal 1738 al 1758 circa venne edificato l’oratorio dei Santissimi Re Magi, fortemente voluto dagli abitanti di Induno Olona e da loro sostenuto anche economicamente (in particolar modo dalla famiglia Bernasconi) e abbellito tramite le opere di artisti locali.
L’economia di Induno Olona per tradizione è fondata sulle numerose attività artigianali, dedite soprattutto alla pelletteria; si aggiungono anche un certo numero di aziende agricole a conduzione famigliare; è presente anche una rilevante azienda che produce e distribuisce in Italia un rinomato cioccolato svizzero. Induno ospita anche un importante e storico stabilimento per la produzione della birra, fondato nel 1877.
Da ricordare che Induno Olona ha dato i natali a Luigi Ganna, campionissimo di cliclismo, vincitore, tra l'altro, del primo Giro d'Italia.
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